domenica 30 dicembre 2012

Natale in Ospedale

"Ti regalo un sorriso, ti porterà allegria e, se avrai paura, ti terrà compagnia!
Perchè il sorriso di un amico è come il sole, illumina la strada e riscalda il cuore ovunque tu sia!
Auguri!"
 
Un gruppo di volontari con il Cappellano dell'Ospedale, Rev. don Antonio Giorgio
Con questo bigliettino di auguri, anche quest'anno i volontari AVO hanno portato ai ricoverati nell'Ospedale di Melfi gli auguri di Buone Feste.

mercoledì 5 dicembre 2012

L'AVO di Melfi accoglie i nuovi soci:Vincenzo, Antonietta, Titina, Giovanna e Cinzia.

Vincenzo Di Cesare col tutor Ferdinando Lagatta

Antonietta Poppa con la tutor Assunta Pecce

Titina Telesca con Michela Cordisco

Giovanna Difino con Anna Latorre

Cinzia Vernetti con Michele D'Anghela

La preghiera del Volontario



Signore,fammi buon amico di tutti
fa che la mia persona ispiri fiducia
a chi soffre e si lamenta,
a chi cerca luce lontano da te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come
a chi vorrebbe confidarsi
e non se ne sente capace.
Signore,aiutami,
perchè non passi accanto a nessuno
con il volto indifferente,
con il cuore chiuso,
con il passo affrettato.
Signore,aiutami ad accorgermi subito
di quelli che sono preoccupati e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati senza volerlo,
Signore,dammi una sensibilità
che sappia andare incontro ai cuori.
Signore liberami dall'egoismo
perchè ti possa servire
perchè ti possa amare,
perchè ti possa ascoltare,
in ogni fratello che mi fai incontrare.

domenica 21 ottobre 2012

Quarta Giornata Nazionale AVO a Melfi


                                   SCELTE  DI  VITA

 

       Anche quest’anno M. Saletta  Fornuto, la nuova presidente della Sez.AVO, (Associazione Volontari Ospedalieri) insieme a tutti i volontari operanti in forte sinergia con l’Asp all’interno del “S.Giovanni di Dio” di Melfi festeggiano l’importante evento con punti di informazione presso l’atrio della struttura ospedaliera e con l’allestimento di un gazebo all’interno della Sagra della Varola per far conoscere a tutti la grande opera dei volontari.
   Fondata nel 1975 dal prof. Erminio Longhini per umanizzare il ricovero ospedaliero, l’A.V.O. è  presente in tutt’Italia con ben 246 associazioni, aderenti alla Federavo. Oltre  30.000 volontari operano in  521 strutture di ricovero, per oltre 3.500.000 ore di servizio all’anno, prestato in maniera qualificata e gratuita. In Basilicata l’Associazione è presente   negli ospedali di  Potenza, Lagonegro, Rionero in V., Venosa e Melfi.
  “La sezione di Melfi è nata all’indomani del terremoto del 1980, quando  l’allora parroco della chiesa “Sacro Cuore” don Vincenzo D’Amato, accolse il suggerimento di una sua parrocchiana    che a Milano aveva conosciuto l’Associazione A.V.O e, con l’aiuto delle suore allora presenti, hanno avviato l’esperienza con i feriti del terremoto che arrivavano all’ospedale   di Melfi”. Nel 1985 la costituzione in  Associazione e nel 1987 l’iscrizione alla  Federavo.
  I volontari partecipano a un corso di formazione iniziale e a momenti di aggiornamento permanente, per acquisire conoscenze e competenze necessarie ad  affrontare le problematiche con cui si debbono confrontare.
  “Organizzano riunioni periodiche e incontri con esperti (psicologi, dirigenti ospedalieri, responsabili A.V.O ) per essere costantemente in grado di  dedicare le loro  attenzioni a tutti i ricoverati, qualunque sia la loro situazione fisica, culturale, religiosa.”  
    Obiettivo primario dei soci A.V.O è quello di  alleviare le sofferenze e la solitudine degli ammalati con: l’ascolto, l’amore e il calore umano.

                                                                                    La Presidente
                                                                           Maria Saletta Fornuto

martedì 2 ottobre 2012

Grazie Assunta

        Assunta è arrivato il momento di salutarci;
la partenza è sempre un po' triste ma per noi lo è di più perchè abbiamo conosciuto una persona speciale.
        Il tuo impegno nell'associazione AVO è stato caratterizzato sempre da amore, passione, impegno e dedizione costante, ma anche professionalità e competenza, mai una parola di troppo, sempre pronta ad entrare in empatia con il malato.
        E' proprio per questo che la tua mancanza sarà più sentita;
sei stata per noi un "esempio" da seguire ed imitare, ti porteremo nel cuore e ti ricorderemo ogni volta che entreremo in una corsia d'ospedale.
        Tu non dimenticarci, prega qualche volta per noi, con la speranza di rivederci presto.
        Ti lasciamo il nostro grazie e ti abbracciamo con affetto  

                                                                            i soci AVO di Melfi

giovedì 20 settembre 2012

4^ GIORNATA NAZIONALE AVO

Il 20 ottobre 2012 si celebrerà la quarta Giornata Nazionale dell'AVO.
Per l'occasione saranno allestiti i seguenti punti di informazione:
- presso l'Ospedale di Melfi dalle ore 9,00 alle ore 12,00
- nel centro storico, all'interno della manifestazione della Sagra della Varola, dalle ore 17,00 alle ore 21,00
Vi aspettiamo!

Storia dell'AVO

Era un pomeriggio dell'estate del 1975. Erminio Longhini, primario alla Divisione Campari dell'ospedale di Sesto San Giovanni, camminava velocemente attraverso un reparto del grande Policlinico di Milano in cui era stato chiamato da un collega per un consulto accanto a un malato grave. A un certo momento, passando in una corsia, sentì un gemito. Si guardò attorno: una donna, accasciata in un letto, un braccio teso a fatica verso la porta, mormorava alcune parole incomprensibili... D'istinto, Longhini le si avvicinò. "Le serve qualcosa?", le chiese. "Acqua. Acqua. Ho tanta sete...". Il medico si guardò attorno. Le altre ricoverate sembravano tranquille. Indifferenti. Alcune leggevano. Alcune riposavano. Al centro della corsia, una ragazza in camice bianco puliva il pavimento senza interessarsi a quanto le succedeva attorno. "Scusi", disse Longhini rivolgendosi a lei. "Non sente che quella signora sta chiamando? Forse ha bisogno di aiuto".
La ragazza interruppe il suo lavoro e lo guardò con aria meravigliata. "Non tocca a me", gli rispose. "Non sono un'infermiera. Sono solo un'inserviente". E riprese la pulizia della stanza.
Longhini suonò il campanello a capo del letto della ricoverata e attese l'arrivo dell'infermiera del reparto. Le indicò la degente, la pregò di interessarsi di quanto le serviva e se ne andò all'appuntamento che l'aspettava. Il piccolo episodio l'aveva lasciato sconcertato. "Non tocca a me", continuava a ripetersi. "Non tocca a me...".
D'accordo, l'inserviente aveva formalmente tutte le ragioni del mondo. Il medico non c'era. L'infermiera non era presente nella sala e stava di sicuro occupandosi di qualcun altro. Le malate di quella corsia avevano già abbastanza preoccupazioni per loro stesse per dar retta a un lamento a cui, forse, erano abituate. Ma quella donna aveva un sia pur piccolo problema da risolvere e nessuno se ne faceva carico.
"Non tocca a me", aveva detto l'inserviente. "E allora", continuava a domandarsi Longhini, "a chi tocca?"
Dopo il consulto, tornò nel suo ospedale, a Sesto San Giovanni.
La sera stessa incontrandosi con un gruppo di amici decise di raccontare loro il piccolo episodio: gli sarebbe tanto piaciuto trovare una risposta a quella semplice domanda.
Longhini, medico da più di vent'anni, proponeva, infatti, di operare all'interno di una struttura sanitaria per portare fra gli ammalati una solidarietà "nuova", offerta gratuitamente da cittadini comuni che si facessero carico dei loro problemi psicologici e umani.
La discussione fu lunga. Alla fine, insieme con lui, gli amici scoprirono che la risposta non avrebbe potuto essere che una: "A ciascuno di noi. A ogni cittadino". Chiunque, infatti, dovrebbe sentire il dovere di partecipare in modo diretto al miglior funzionamento del "bene comune", non accontentandosi di "deleghe" (pur votate con fiducia) a persone che considera suoi rappresentanti, ma impegnandosi, per quanto è possibile, in prima persona.
Fu proprio quella sera dunque che prese l'avvio l'idea di creare una organizzazione di volontariato ospedaliero.
L'iniziativa, fu deciso, sarebbe stata sperimentata nell'ospedale di Sesto San Giovanni in cui, dopo aver ottenuto i necessari permessi, sarebbero stati inseriti quanti avessero accettato la proposta di entrare nelle corsie per "umanizzare" la vita dei degenti.
Decisa la strada su cui incamminarsi, il gruppo di amici di Erminio Longhini cercò subito di concretizzare il progetto. Ognuno di loro si impegnò in un compito ben preciso: trovare l'appoggio dei responsabili dell'ospedale, per prima cosa. Esaminare l'iniziativa con i sindacati sanitari e cercare i volontari. Prevedere per loro un'adeguata preparazione e coinvolgere la stampa perché se ne facesse portavoce.
Fu un momento di grande impegno ma anche di grande entusiasmo: al primo piccolo gruppo di amici si unirono altre persone che donarono tempo e capacità perché questa speranza (che sembrava quasi un'utopia) si realizzasse. Uno di loro offrì anche alcuni locali nei quali si installò il quartier generale di tutte queste operazioni.
Finalmente il 6 maggio del 1976, nell'aula Borghi del Policlinico di Milano, ebbe inizio il primo corso di formazione per i futuri volontari.
L'AVO era finalmente una realtà.

da G. Pelucchi, Proposta AVO, Edizioni Paoline