martedì 7 giugno 2016

Prof. Erminio Longhini all'VIII Conferenza dei presidenti


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      La presenza insperata del prof. E. Longhini a Salsomaggiore, è stata accolta da tutti con  l'affetto e la tenerezza con cui si accoglie un vecchio padre. Egli, dopo aver dichiarato di volerci un bene dell'anima e di essere ancora una volta presente per dono di Dio, spiega come l'AVO sia nata dopo un'indagine condotta con l'Università Cattolica di Milano su 40 ospedali lombardi, dalla quale emerse  che il maggior disagio dell'ammalato è  "la solitudine".
      Da questo gli venne l'idea di aprire l'ospedale, dove lui lavorava, ad una ventina di amici che facessero compagnia agli ammalati. L'esperienza era partita  da Sesto San Giovanni  nel 1975 e poi pian piano in tutt'Italia sono sorte tante AVO e poi la Federavo. In questi   quarant'anni ci sono state  tante trasformazioni alle quali l'AVO ha dovuto adeguarsi per essere ora proiettata nel futuro.
      Affettuosamente ha ricordato a tutti i volontari che:
      "Per costruire la casa AVO sulla roccia la via da percorrere è l'amore.
      E' bene fare opere buone, atti d'amore, ma il passo decisivo è "essere amore" con il dono di sè nel servizio concepito come mezzo affinchè il rapporto con l'ammalato diventi preghiera comunitaria per ottenere la grazia della "reciprocità", farmaco per la cura della solitudine del malato.
      Con nel cuore questo desiderio, dobbiamo cercare di vivere più intensamente l'Associazione, meditare insieme, discernere, esporre il proprio pensiero e imparare ad ascoltare quello dell'altro in modo che le decisioni siano frutto dell'Unità.
      Sarebbe opportuno creare momenti di vita comunitaria per condividere momenti di gioia e di festa e conoscersi sempre più intimamente, per poi portare all'ammalato questa armonia.
       E' importante cercare di scoprire  nuove necessità e povertà emergenti, senza questa ricerca si va verso la noia, il senso di inutilità e anche l'abbandono dell'attività. Il problema non è semplice perchè richiede impegno e ricorso ad esperti, anche non volontari, che siano disposti a collaborare, in compenso, permette di rimanere al passo con i tempi che cambiano rapidamente.
    Altra raccomandazione è di coinvolgere sempre più i giovani lasciando spazio alla loro creatività, senza imporre loro schemi, ma accompagnandoli fraternamente.
    Infine, è importante avviare rapporti di collaborazione con altre associazioni di volontariato e con le strutture sanitarie in modo da poter comunicare, con amore, i disagi evitabili dei malati.
     Il nostro fine è sempre stato essere terapia della solitudine del malato con l'ascolto, la vicinanza affettiva. Quando tutto procede bene anche le preghiere quotidiane sembrano ripetitive, ma in verità rafforzano la nostra volontà di consolare e confortare.
         L'essere volontario è un'arte e non uno standard.
         Il mio augurio è che sempre perseveriate nel servizio presso i sofferenti. La sofferenza non è un castigo, non è solo negativa, essa contiene grandissimi valori e noi dobbiamo onorarla con il nostro servizio e con il nostro annullamento: l'ammalato deve sentirsi uguale a noi.
         Dio è un sempiterno fuoco che crepitando lancia scintille che si consumano propagando il Suo fuoco e la Sua luce. Questo è "essere Amore" non il credere di essere gli autori della scintilla perchè ciò sarebbe fare di sè un idolo destinato a finire".

                              VIDEO:               https://youtu.be/QePJH62WXg8 

https://youtu.be/PcLfTBudSKU 

sabato 4 giugno 2016

Nuovo direttivo FEDERAVO

Auguriamo buon lavoro al nuovo direttivo e al Presidente

 Il nuovo presidente Federavo Massimo Silumbra

con i rappresentanti dell'AVO Regione Basilicata


Video promozionale

Video promozionale dell'Associazione Volontari Ospedalieri Onlus
 
 Versione breve

                                                                      Versione integrale

Immagine istituzionale

Anche l'AVO ha finalmente la sua immagine istituzionale


venerdì 3 giugno 2016

VIII Conferenza dei presidenti: L'imprevisto accolto di E. Olivero

Ernesto Oliveri con Claudio Lodoli (Presidente uscente della Federavo)
          Interessantissimo  e coinvolgente l'intervento di E. Olivero il primo giorno della conferenza.
          Nel 1964 ha fondato il Sermig (Servizio missionario giovani) con l'obiettivo di raccogliere soldi per aiutare  i poveri di tutto il mondo e diffondere la cultura della pace.
          Su ispirazione divina, la notte del venerdì santo del 1979, comincia una lunga battaglia combattuta con le armi dell'amore e della preghiera, realizza così un grande sogno: la conquista del vecchio arsenale da guerra di Torino, ove erano state prodotte le armi per la prima e seconda guerra mondiale, e la sua trasformazione nell' "l'Arsenale della pace e della speranza".
          Altri due arsenali, poi, sono nati in Brasile e in Giordania, tutti aperti 365 giorni su 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, disponibili ad ascoltare e accogliere i poveri e soprattutto i nuovi poveri: tanti giovani che possono lì fare esperienza di servizio, formazione e spiritualità o, semplicemente soddisfare il loro bisogno di essere ascoltati.
          Il Sermig scommette sulla gente comune, infatti è la gente comune che provvede al 93% dei finanziamenti, garantendo così l'autonomia del Serming nei confronti dei poteri politici e commerciali.
     "Dio esiste e legge nei cuori", "nell'imprevisto si incontra Dio", "l'altro sono io", "la strada si apre camminando", "l'altro sei tu", "la preghiera al primo posto", "pagare in prima persona", sono solo alcune delle frasi ricorrenti nel linguaggio di E. Olivero e che lasciano trasparire la sua grande spiritualità.